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03/02/2019

La maleducazione dilagante


unarosadoro.com

La maleducazione dilagante

COMPORTAMENTI  SOCIALI CONTEMPORANEI

di Kate Catà

Un fenomeno generalmente molto diffuso e che interessa la totalità della società occidentale europea ed americana è quello dell’alterazione e del mutamento dei rapporti sociali interattivi, sia tra membri della società facenti parte di gruppi a qualsiasi titolo sia tra membri della società estranei tra loro che vengano in contatto per motivi fortuiti.
Sino a poco tempo fa -e per “poco tempo” intendiamo trent’anni circa- i rapporti tra gli individui appartenenti alle varie fasce della società erano disciplinati da regole non scritte ma universalmente valide che miravano a sottolineare l’appartenenza dei soggetti protagonisti a determinati ruoli  dai quali non era facile staccarsi o a cui poteva far comodo rimanere legati come ad un’assicurazione che garantiva privilegi e meriti di carattere economico-sociale.

Umberto Boccioni-Rissa in Galleria -1910

Allo scopo di chiarire quale sia realmente l’argomento su cui verte il discorso teorico or ora iniziato, diremo che intendiamo riferirci al modo di porsi reciproco degli individui nell’ambito della società contemporanea e del modo che essi hanno di realizzare un approccio con i propri simili.
Sempre più spesso, infatti, si levano voci di dissenso nei confronti di comportamenti che vorrebbero essere disinvolti e che invece denunciano un reale disagio  a causa della consapevolezza di trovarsi in una condizione che non si accetta  e che si tenta di ignorare rivolgendosi agli altri come ad esseri inferiori per sentirsi-erroneamente- gratificati e automaticamente promossi ad un livello giudicato superiore rispetto a quello del prossimo.
Comunemente, chi si rivolge ad un suo simile (a qualunque classe sociale appartenga e qualunque sia il suo ruolo, qualunque il suo sesso) in maniera scorretta ed arrogante, viene detto scortese, sgarbato, insolente, villano, cafone: in una parola, maleducato.
Ma nella parola “maleducato”, per la valenza che essa aveva in tempi passati, era implicito un giudizio negativo sulle capacità educative di chi aveva allevato sin dalla prima infanzia chi si era comportato male, e, nel far ciò, si liberava in certo qual modo il suddetto dalla totale responsabilità  di un comportamento asociale attribuendone l’onere ad altri.
 
Umberto Boccioni -Materia-1912

Oggi non è necessario invocare responsabilità altrui nei comportamenti di individui  adulti e consapevoli: ci si può forse riferire alla famiglia quando si tratta di minori, ma non lo si può certamente fare superata una certa età, che , data la precocità dell’inserimento dei giovani nella parte attiva della società, si può stimare inizi tra i sedici e i diciotto anni al massimo.
E mentre prima  parlando di “maleducazione” ci si riferiva, seppure velatamente, alle origini sociali di soggetti che ignoravano le regole del vivere civile perché appartenevano a fasce inferiori della società che venivano ritenute comunemente incapaci di avere un comportamento urbano e di conoscere le buone maniere solitamente considerate appannaggio della “gente-bene”, ora purtroppo la scortesia è praticata indifferentemente  da chiunque e spesso mascherata da disinvoltura.
Tuttavia per comprendere meglio quali siano le cause di tali comportamenti sarà opportuno esaminarne alcuni per tentare di compiere un’analisi di un fenomeno le cui origini sono complesse e vengono da lontano.

MOMENTI, LUOGHI, OCCASIONI
Non c’è bisogno di uscire dalle mura domestiche per cercare esempi di sgarbataggine se non addirittura di volgarità e villania. Si confonde spesso, infatti, la familiarità con l’eccesso di confidenza e con la mancanza di rispetto.
E’ il caso del rapporto fra coniugi, allorquando, passato un certo tempo dal giorno delle nozze,ritenendo che lo stare sotto lo stesso tetto renda inutile qualsiasi forma di gentilezza e di cortesia nei confronti dell’altro, finisce col diventare un rapporto sbilanciato, dove il più debole, di solito la donna, viene trattato dall’altro come uno schiavo che deve occuparsi delle necessità primarie del consorte e della famiglia, quali  la pulizia della casa,la preparazione del cibo, la cura dei figli.
Il tutto senza mai una parola gentile di ringraziamento, anzi, spesso, subendo richieste esose e pressanti formulate con arroganza e senza tener conto delle condizioni e delle possibilità fisiche dell’altro. Non di rado le separazioni coniugali avvengono anche per il desiderio di essere rispettati come persone e per  recuperare una dignità che appare conculcata dall’inciviltà del compagno della propria vita.
Qualcosa di simile avviene coi membri più anziani della famiglia, spesso emarginati, mal sopportati e trattati sgarbatamente mostrando apertamente di considerarli non graditi.
Quanto ai bambini, nei loro confronti si diramano messaggi apertamente  e nascostamente, che però i piccoli leggono  con uguale capacità di comprensione. Mentre infatti a parole si tenta di insegnare loro come comportarsi correttamente, con i fatti ci si comporta male e sarà sempre l’esempio concreto quello che insegnerà loro qualcosa, non le regole esposte verbalmente.

Umberto Boccioni-Dinamismo di un ciclista - 1913

Il massimo della capacità di sopportazione è però necessario quando si viene a contatto con gli estranei, nei locali pubblici, sui mezzi di trasporto, negli uffici, sul posto di lavoro.
Sono tutte situazioni che ormai sono ampiamente note a chiunque: dal “mobing”, che spesso si esercita servendosi anche di maniere volgari e impositive, ai comandi espressi dai superiori  con arroganza, alle confidenze che si prendono i colleghi, al “tu” ingiustificato che ormai è entrato nell’uso comune nei rapporti anche con persone sconosciute o che s’incontrano per la prima volta, quasi a volere istituire subito una forma d’intimità dalla quale può nascere poi qualsiasi tipo di rapporto.
E’ anche un segno di maleducazione mettere in difficoltà un/una collega rilevandone l’incapacità a svolgere un determinato lavoro davanti ai superiori cercando di trarne un vantaggio personale.

Nessun posto poi è, per tutte le persone in genere, più pericoloso per scontrarsi con esempi di mala creanza di un ufficio amministrativo dove si paghino tasse, si faccia la fila per presentare documenti, si debbano pagare bollette per le pubbliche utenze, si vada per chiedere informazioni o notizie su concorsi, esami, pagamenti. Tutte queste attività sono svolte da normali cittadini che hanno diritto ad essere ascoltati e a cui gli impiegati devono dare delle risposte: ma non sempre questo diritto è rispettato e il dovere è compiuto.
Si è parlato tante volte della così detta “mafia dei colletti bianchi”,  che è l’atteggiamento di potere tenuto da coloro che stando dietro uno sportello o una scrivania taglieggiano gli utenti facendoli andare e venire più volte del necessario, rifiutandosi di dare informazioni chiare ed esplicite,  così da costringere i malcapitati a dover ripresentare più volte gli stessi documenti per un concorso o per una domanda di assistenza, solo per il gusto di esercitare una sorta di autorità di cui non hanno diritto  di servirsi.

Umberto Boccioni, "Dinamismo di
un corpo umano" 1913

 
Tale atteggiamento è bensì una forma di maleducazione e di scortesia aggravata da una disumanità inurbana, dinanzi alla quale i cittadini si trovano impreparati a rintuzzare la protervia e la scorrettezza di individui che scaricano le loro frustrazioni  e la ripetitività delle azioni quotidiane su persone inermi, costrette a subire senza potersi sottrarre alle prepotenze altrui.
Dagli uffici alla strada il passo è breve: tutti ci ritroviamo ,se siamo al volante, ad aver attraversata la strada da un motorino che per poco non investiamo pur senza volerlo, o da una motocicletta che pretende di non restare, come gli automobilisti, bloccata nel traffico e che cerca di svignarsela salendo su un marciapiedi senza osservare i diritti dei pedoni.
Ma questo è niente di fronte al maleducato che posteggia la sua macchina in seconda fila davanti alla tua che hai sistemato faticosamente munendola dell’apposita scheda-orario e poi scompare lasciandoti ad aspettare che si degni di tornare per liberarti, oppure dinanzi ad un  automobilista che non solo ti sorpassa da destra , ma per giunta ti insulta perché a suo dire gli sbarri la strada, e se sei donna il complimento più gentile è un invito ad occuparti delle faccende domestiche anziché della guida di un’auto.
Abbiamo più volte sottolineato la cattiva educazione delle commesse nei negozi,che danno del tu a tutte le giovani-e meno giovani- che entrano per fare acquisti, o la scortesia delle infermiere degli ospedali e degli ospizi per anziani che si rivolgono ai loro pazienti come a dei bambini scemi chiamandoli “nonnetto, nonnetta” e dando sempre del tu, ammiccando tra loro per prendere in giro le persone che dovrebbero assistere con pietà e rispetto e che invece diventano lo zimbello del personale addetto all’assistenza e alle pulizie.

Umberto Boccioni - Dinamismo di un
foot-baller -1913


Maleducati sono quelli che, se tu stai aprendo una porta o un portone, ne approfittano ed entrano prima di te che resti a tenergli aperta la porta per non fargliela sbattere addosso( e se lo meriterebbero) oppure quelli che hanno bussato a casa tua e quando tu apri entrano senza salutare proseguendo per l’interno della tua casa senza preoccuparsi di chiudere la porta.
Grossolani e villani sono quelli che parlano perennemente in modo sboccato per darsi delle arie, infilando una parolaccia ogni tre, bestemmiando senza risparmio ogni pie’ sospinto, senza preoccuparsi se ci siano d’intorno bambini a sentire.

Peggiore è la volgarità del mezzo televisivo, che lascia liberi attori e conduttori di abbandonarsi al turpiloquio, al massimo fingendo disappunto per qualche vocabolo  che sfugge al controllo.

Umberto Boccioni- Dinamismo di
una testa d’uomo -1914


La lista è praticamente infinita, e si potrebbe continuare per molto. Ma non servirebbe. Quel che potrebbe servire è,invece, fare fronte comune contro questo fenomeno crescente e cercare di rintuzzarlo. Ma per far ciò bisogna almeno capire perché si verifica un fenomeno del genere e da che cosa abbia origine.

CAUSE  ED ORIGINI DEL FENOMENO
Senza dubbio uno dei motivi per cui si è giunti alla totale mancanza di freni nei comportamenti della vita quotidiana odierna è stato il rifiuto globale dell’eccessiva quantità di precetti  educativi che la società del Novecento –erede peraltro di quella ottocentesca- imponeva  a tutti gli strati sociali, codificandone i rapporti con la stretta osservanza di regole  complesse, che  abbiamo in altra sede riconosciute come ereditate per molteplici e intricate vie dall’Inghilterra vittoriana.
Diversi avvenimenti di carattere storico, sociale e culturale hanno accelerato un processo  che si potrebbe chiamare di destrutturazione ricostruttiva, se si ritiene che la progressiva sparizione delle regole  che fissavano i cardini del comportamento in società  sia stata o sarà in qualche modo sostituita da altri canoni  che caratterizzano le relazioni umane dei nostri giorni.
Le due guerre mondiali, la diffusione dell’equalitarismo facilitata dal propagarsi delle idee socialcomuniste, la sempre più estesa affermazione della mentalità americana che rispecchiava una realtà sociale costituita da individui di varia provenienza e condizione (il ben noto “melting pot”), l’adozione pressoché universale dell’ ”american way of life”, e, per finire, la rivoluzione culturale del ’68 che aveva rifiutato negandolo il principio di autorità, furono tutti momenti decisivi per abbattere i paraventi di cui la società si circondava onde creare sottili divisioni ed argini al dilagare di comportamenti un po’  troppo spontanei e disinvolti che col passar del tempo sono diventati confidenziali ed eccessivamente incivili.

Umberto Boccioni-Carica dei Lancieri-1915

A ciò si è aggiunta l’eccessiva importanza che via via si è andata attribuendo alle nuove generazioni a discapito della generazione degli anziani, giudicati un peso dalla società perché ormai improduttivi dal punto di vista economico, e della generazione degli adulti che costituiva un freno all’espandersi incontrollato della presenza giovanile in tutti gli ambiti delle attività sociali e lavorative.
Un malinteso sistema educativo basato sull’assoluta libertà dei piccoli durante l’età evolutiva proveniente ancora una volta dagli USA e diffusosi nella seconda metà del Novecento ha avuto un relativo ma non indifferente influsso sulla decodificazione dei comportamenti all’interno e all’esterno della famiglia: lo stesso autore della teoria in proposito, il celebre dott. Spock, ha ritrattato le sue idee quando ha avuto l’occasione di verificarne l’insuccesso sul campo.

Umberto Boccioni –Elasticità -1912

I mass-media, ma sopra tutto il cinema e la televisione, hanno fatto il resto, mettendo sotto gli occhi di tutti esempi concreti di volgarità, prepotenza, arroganza, sfrontatezza, insolenza, villania, e di tutti i sostantivi che possano rappresentare le infinite sfumature della maleducazione, a cui noi tutti assistiamo, resi impotenti dalla generale incapacità di reagire.

FARE UN FRONTE COMUNE
Sì, fare un fronte comune, non aver paura di rintuzzare le forme di maleducazione che ci condizionano tutto il giorno dentro e fuori casa, ribellarsi, lamentarsi, scrivere lettere ai giornali, creare movimenti d’opinione per rinnovare le regole del comportamento, non accettare supinamente il “mobing” sul lavoro, rivolgersi ai superiori delle persone che in un ufficio ci hanno trattati male, denunciare pubblicamente le forme di sopraffazione.
E ancora, conoscere le leggi  in proposito-non tutti sanno, per esempio, che ci sono precise norme di legge che gli addetti alle case di riposo e agli ospedali devono osservare pena multe e denunce – creare, insomma una mentalità nuova intollerante dei soprusi, per contrastare quella odierna che spinge a sopportare senza ribellarsi gli infiniti condizionamenti della società contemporanea.
Fissare, là dove è possibile, ma sopra tutto per le varie categorie di lavoratori, le pertinenze e i doveri di ciascuno, senza aver paura delle parole: nessuno oggi osa parlare di “doveri” mentre tutti abusano del termine “diritti”, dimenticando che dove ci sono gli uni è giusto che ci siano anche gli altri.

Infatti, chi svolge un compito o è chiamato a farlo, deve compiere determinati atti che devono essere codificati: per esempio, un portiere ha l’obbligo di esercitare la funzione di guardiano dello stabile per il quale lavora, e non può allontanarsi dal posto di lavoro se non è adeguatamente sostituito da persona che dovrà essere nota al datore di lavoro.
Qualora si allontanasse dal posto di lavoro senza avvertire chi di dovere, sarebbe passibile di censure di vario genere.

Oggi tutti cercano di minimizzare le colpe  di chi lavora (o fa le viste di lavorare) come se fosse lecito fare i propri comodi e restare impuniti.
Senza infierire né abusare, è giusto restituire alla società un comportamento corretto e responsabile, senza il quale la convivenza civile diventa sempre più impossibile e il lassismo la fa da padrone non lasciando spazio al senso di responsabilità.

Kate Catà
Umberto Boccioni- Visioni simultanee-1911