L’economia russa sta attraversando la fase più fragile degli ultimi vent’anni. Dopo anni di crescita sostenuta dalle esportazioni di energia e dalla spesa pubblica, oggi il sistema economico di Mosca mostra segni di logoramento profondo. Le sanzioni internazionali, la guerra in Ucraina, l’aumento dei tassi di interesse e la perdita di fiducia di famiglie e imprese stanno erodendo i pilastri su cui si basava il modello russo. La domanda interna rallenta, i ricavi energetici diminuiscono, il mercato immobiliare si indebolisce e il bilancio pubblico è sotto pressione per il peso della spesa militare.
Anche il Fondo sovrano, pensato per affrontare le crisi, viene usato per coprire le spese ordinarie dello Stato. Nel frattempo le imprese soffrono la carenza di credito e la scarsità di investimenti, mentre i servizi pubblici e le regioni più povere restano senza risorse. Il risultato è un’economia sempre più sbilanciata verso la guerra, con una crescita drogata dalla difesa e sempre meno sostenibile nel lungo periodo.
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