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04/07/2021

Foto strane : Parasole modello spiaggia

 


Foto strane : FIAT 500 in stile cioccolatini Perugina

 


Foto strane : Auto ubriacona

 



BLUES KIDS (Mysterium video)

Raduno mitica FIAT 500, la leggenda automobilistica italiana (MYSTERIUM VIDEO) - Pistoia 2021

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Fiat 500 - La storia di una leggenda dal 1936 a oggi - Veloce

RedazioneVeloce.it
5-6 minutes

Fiat 500 – La storia di una leggenda dal 1936 a oggi

In origine fu la Topolino, pensata per motorizzare l’Italia anteguerra. L’obiettivo lo colse la 500 del 1957, che diede un’auto a milioni di italiani del ceto medio. Ma la 500 non era una semplice utilitaria, ma l'interprete perfetta dell'italianità a quattro ruote

Pubblicato il 28/01/2021

Ci sono molti modi di essere italiani – non tutti simpatici e memorabili – ma ci sono di sicuro alcune cose che più di altre ci rendono italiani. Uno di questi elementi di riconoscimento, meglio ancora costruttori di identità, che anche tra mille anni sarà rimasto uguale, è la passione o quantomeno la curiosità per quell’auto microscopica e inarrestabile chiamata 500, una sorta di narrazione nazionale, più che prodotto industriale, alla quale nessuna generazione è finora sfuggita dal 1936, anno di apparizione sulle strade, ad oggi.

fiat-500 B

PARTE INTEGRANTE DELLA NOSTRA STORIA. Chi non ha avuto un nonno che sfidava i lupi della Sila nelle notti degli Anni ’40 a bordo di una 500 nera? Chi non ha uno zio che è emigrato in Germania con quattro amici a cavallo di una 500 bianca? Chi non ha avuto almeno un cugino che andava in Costa Brava a far baldoria, sempre con almeno i soliti quattro amici, alla guida di una 500 blu? Praticamente nessuno che possa dirsi passabilmente italiano. Lo sa bene anche Massimo Condolo che ha affrontato il toro per la corna e per la casa editrice White Star  ha voluto ripercorrere la lunga storia della ‘vetturetta’, dalla metà degli Anni ’30 ad oggi, con lo spartiacque del 1957, quando nacque la 500 per antonomasia. Ne è uscito un libro gustoso e completo, con approfondimenti e aneddoti poco conosciuti, se non inediti: 500 Fiat – la Storia di una leggenda dal 1936 a oggi.  

fiat-500

PER TUTTI. Il mistero, tutto italico, che l’autore dichiara subito di voler indagare in oltre 200 pagine di foto e testi (formato 23×28) è la trasversalità di un’auto che ha saputo essere pop e snob allo stesso tempo, vincere premi di design e scarrozzare – nei cartoni animati – banditi giapponesi ispirati a ladri francesi, rinnovarsi radicalmente per tre volte (l’ultima nel 2007) e permettersi anche epigoni magari di successo, ma meno fascinosi come la 126.

2019 GP Ice Race_8-fiat-500-abarth

UNA RIVOLUZIONE. La nascita e lo sviluppo del progetto stesso basterebbero da soli a riempire la 500 di appeal eterno. Al netto della richiesta di Mussolini – mai davvero smentita, mai davvero confermata dalla Fiat – di produrre un’auto da 5mila lire, accessibile ai ceti medi, Condolo chiarisce che la motorizzazione di massa era già nell’atto costitutivo della Fabbrica italiana automobili Torino. Solo che la sfida della 500 – auto da subito pensata anche per l’esportazione – fu su molti livelli: semplificazione strutturale e costruttiva che comportò una rivoluzione progettuale senza precedenti. Diciamola semplice: per arrivare a quel risultato si dovette ripensare e rifondare il concetto di auto da capo, quasi come reinventarla. A lavorarci sono nomi che faranno la storia dell’automobilismo come Oreste Lardone, prima, e Dante Giacosa poi.  

Nello stesso anno della Boano Spiaggia, la carrozzeria torinese Ghia comincia la produzione della 500 Jolly. Costa circa il doppio di una Fiat 500 normale dalla quale si contraddistingue per l’assenza delle portiere e per il tendalino sorretto dalle sottili tubature cromate. Resta in produzione fino al 1974 e per un breve periodo (fino al 1962) viene venduta anche negli Stati Uniti.

PICCOLA, MA PER QUATTRO. Il risultato fu la 500 Topolino, presentata in pompa magna, guarda caso, a Villa Torlonia (casa del dittatore) con il pay-off di ‘vetturetta del lavoro e del risparmio’. Il successo fu subito abbondante, ma perché nascesse l’icona pop bisognerà aspettare un paio di decenni, passare una guerra, reindossare camice di nuovo bianche e andare incontro al boom economico. È il 1957 quando viene presentata la nuova 500, promossa da quell’Antonio Fessia che era stato dietro anche al progetto della Topolino. L’Italia già in odore di dolce vita va a piedi o in bicicletta e se proprio è motorizzata va in Vespa o Lambretta: macchine poche, comprese le minuscole due-posto che in altri Paesi invece avevano avuto successo. La missione è un’auto micro, ma non tanto, che insomma in quattro o addirittura cinque (te e i tuoi quattro amici fissi) ci si possa stare. Questa volta il successo è clamoroso e travolgente, destinato a durare una ventina d’anni almeno e non è solo successo di botteghino: è nata una star che non si limita a popolare i sogni degli italiani, ma quei sogni li porta in giro e li accresce. E il successo fu anche sportivo: la Nuova 500 Sport, gareggiava e vinceva, se non gare di velocità, almeno di regolarità.

Finalmente, dopo anni di prudente attesa e studio, FCA ha deciso di intraprendere un percorso di elettrificazione che interesserà tutti i marchi del gruppo. E l’ha fatto partendo dalla sua auto più iconica, la Fiat 500, costruita su una piattaforma completamente nuova. Un’auto connessa, con 320 km di autonomia e un kit di ricarica in dotazione. La rivoluzione elettrica, che già prevede una gamma di 12 versioni elettriche passerà anche dall’aggiornamento in chiave green degli stabilimenti di Melfi e di Mirafiori

IDENTITÀ TUTTA ITALIANA. Ma non è ancora tempo di diventare un brand nel brand: la 500 ci arriverà solo con la versione del 2007, di cui il libro dà ampio conto, anche se siamo quasi alla cronaca dei giorni nostri. Il successo si rinnova e la nuova 500 sa cogliere e mettere insieme, già dal design, le antenate e le esigenze attuali. Tanto che la berlinetta degli Anni ‘30  non ha fatto fatica a diventare un’auto (anche) elettrica e al passo con i tempi.  Continuando a non rinunciare al quel suo essere italiana, nei pregi come nei difetti, e quindi ad essere parte dell’identità di ognuno di noi.

Orchestra Multietnica di Arezzo (MYSTERIUM VIDEO)

Storia – Orchestra Multietnica di Arezzo

Tracciamo un percorso di culture e di tradizioni. Un percorso di pace, di nomadismo e di amore per le proprie radici, che dal Nord Africa sale per la Turchia, la Grecia, i Balcani, l’Est Europeo, e arriva fino al nostro Paese, alle coste bagnate da quello stesso Mediterraneo che unisce e allontana i popoli. Un percorso che parte dalle antiche pietre che riconobbero le tre grandi religioni, dalla terra che venne attraversata dalla tribù unificante di Abramo e che traccia la via dei tanti tentativi di conquista da parte dell’Occidente. Oggi un percorso di nuove migrazioni.

Proviamo a pensare alle musiche che attraversano i cuori della gente di quelle terre. Proviamo a capirle. Scopriremo che le radici non sono poi così lontane tra di loro come si crede. La cultura e le tradizioni hanno tanto in comune: i sapori, i ritmi, i suoni.

Proviamo a pensare alla drammatica necessità di fermare la spirale di guerra, di trovare una soluzione di pace giusta ed una convivenza fondata sul riconoscimento dei diritti di tutti all’esistenza, alla creatività, alla vita. Cultura e musica significano pluralità, confronto e mescolanza.


Questi i principi ispiratori del progetto che ha portato alla costituzione dell’Orchestra Multietnica di Arezzo.


La storia, gli obiettivi


L’Orchestra Multietnica di Arezzo (OMA – #omarezzo), nasce nel 2007 da un percorso formativo, aperto alla partecipazione di musicisti italiani e stranieri e finalizzato alla conoscenza e all’approfondimento delle strutture di base delle musiche tradizionali delle aree del mediterraneo, per incrociarle con la tradizione italiana ed europea e predisporre un repertorio basato sulla contaminazione.


L’attività dell’OMA si è ad oggi sviluppata dando vita ad un progetto produttivo di tipo professionale, pur mantenuto la caratteristica del laboratorio permanente, tuttora aperto a nuovi inserimenti, soprattutto per quanto riguarda i musicisti stranieri.


Il laboratorio permanente, così come le tante altre attività rivolte al mondo della scuola (laboratori produttivi presso il Liceo Musicale e lezioni concerto presso scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado), che i musicisti dell’OMA realizzano nel corso dell’anno, costituiscono un forte contributo alla creazione di una società locale multiculturale coesa, in cui la diversità culturale sia considerata come un valore ed un arricchimento reciproco.


Il nucleo storico dell’Orchestra Multietnica di Arezzo propone un repertorio che spazia dalla tradizione araba a quella ebraica, dal Mediterraneo all’est Europa al Bangladesh, alla taranta pugliese, offrendo al pubblico una vera e propria festa di suoni e colori coordinata magistralmente da Enrico Fink, grande esperto di Musica tradizionale ebraica e di word music in generale.


Nel maggio 2009 è uscito il primo CD dell’OMA, ANIMAMETICCIA (Maxresearch/Officine della Cultura) distribuito da Materiali Sonori.


Sempre nel 2009, una collaborazione con Stefano “CISCO” Bellotti ha prodotto un nuovo repertorio ed una serie di concerti dell’Orchestra assieme all’ex voce dei “Modena City Ramblers”  da cui sono stati ricavati brani inseriti nei CD “Cisco dal vivo volume 1 e volume 2”.


Ad agosto 2010 l’OMA incontra la grande voce di RAIZ, sperimentatore, già leader degli Almamegretta. Un protagonista straordinario e controcorrente nella musica italiana degli ultimi vent’anni che ha recentemente scoperto il fascino millenario della tradizione musicale ebraica, klezmer e yiddish. Da qui l’incontro con Enrico Fink, direttore dell’Orchestra e importante studioso delle proprie radici culturali.


Nel 2010 il MEI e Amnesty International riconoscono all’OMA il Premio Suoni di Confine per l’attività Live.


Nell’estate 2011 arriva la collaborazione con MONI OVADIA, l’orchestra si confronta con il suo spessore e si proietta verso nuove avventure musicali. Ovadia: autore, musicista, cantante, attore; grande conoscitore e protagonista della cultura ebraica, dal Mediterraneo all’Est Europa, ma anche libero spirito del nostro tempo, interprete dell’Italia di oggi, della sua ricchezza culturale e delle sue miserie e contraddizioni.


Sempre nel 2011, dodici musicisti dell’OMA (diretti da Enrico Fink), vanno a costituire la parte musicale dello spettacolo CREDOINUNSOLODIO, con AMANDA SANDRELLI. Lo spettacolo è scritto da Stefano Massini proprio per l’Orchestra Multietnica. Il progetto, definito dallo stesso autore “evento teatrale-musicale per attrice e orchestra”, viene replicato nel corso delle stagioni 2011/12, 2012/13 e 2013/14.


Ad Agosto 2012, l’OMA produce un nuovo concerto, arrangiando alcune tra le più belle canzoni di Ivan Graziani che vengono cantate con l’OMA da FILIPPO GRAZIANI, figlio del Cantautore scomparso nel 1997.


Il 2013 è l’anno dell’uscita del secondo CD dell’OMA, PORTOSANTAGOSTINO (Officine della Cultura/Materiali Sonori Associated) distribuito da Materiali Sonori.


Sempre nel 2013 l’OMA incontra la BANDABARDÒ. ERRIQUEZ e FINAZ, i due leader indiscussi di Bandabardò, sono sul palco assieme all’Orchestra Multietnica – eventi d’eccezione del Festival delle Musiche e del Festival Orientoccidente – per cantare e suonare alcuni brani scelti tra i più rappresentativi dell’ampio repertorio della Banda, arrangiati per l’Orchestra da Enrico Fink.


Nuova preziosa collaborazione è quella dell’estate 2014 con SHEL SHAPIRO, voce protagonista di un decennio di musica italiana (The Rockes) ed ora versatile artista e produttore. La produzione torna in scena negli anni 2016 e 2017 con una tournée in alcuni teatri storici della regione Toscana a cura di Fondazione Toscana Spettacolo e un incontro evento nella Casa Circondariale di Prato.


L’anno 2015 è per l’OMA l’anno del ritorno allo studio e all’approfondimento dando vita ad un laboratorio con FRANK LONDON, trombettista e compositore di New York, leader del gruppo The Klezmatics. Laboratorio dall’anima klezmer finalizzato ad un concerto sul grande palcoscenico del Cortona Mix Festival, uno dei Festival più importanti della Val di Chiana Toscana.


Nel 2017 l’OMA festeggia i suoi 10 anni di attività inaugurando il Festival delle Musiche in compagnia di una delle voci principali del panorama della musica indie italiano, narratore ironico ma mai cinico dei dissidi del contemporaneo: Dario Brunori (Brunori Sas).


Ancora nel 2017, dopo l’esperienza con Credoinunsolodio, l’Orchestra Multietnica di Arezzo torna in teatro con un progetto speciale in compagnia di OTTAVIA PICCOLO su un testo di Stefano Massini: OCCIDENT EXPRESS (Haifa è nata per star ferma) (co-produzione Teatro Stabile dell’Umbria e Officine della Cultura). Il progetto musicale di Occident Express viene raccolto anche su cd.


Anno speciale, il 2018, che, mentre da un lato conferma e porta a compimento il progetto di narrazione dei dissidi del contemporaneo con Dario Brunori – eventi in programma all’interno dei cartelloni del Teatro Verdi di Monte San Savino (AR) e dell’Auditorium Le Fornaci di Terranuova Bracciolini (AR), partecipazione alla trasmissione BrunoriSa su Rai3 (da 13’15”), progetto speciale Culture contro la paura in collaborazione con CoopCulture tra Agrigento e Palermo -, dall’altro inizia un percorso di ricerca sulla musica popolare con un trio d’eccezione: Ginevra Di Marco, Francesco Magnelli e Andrea Salvadori. Il concerto debutta con il tutto esaurito all’interno della XXIV edizione del Festival delle Musiche. Ciligina sulla torta la partecipazione alla serata finale della XXIV edizione del Premio Ciampi, al Teatro Goldoni di Livorno, insieme a Paolo Benvegnù, Dente e Isabella Ragonese, oltre a Ginevra Di Marco.


Il 2019 segna il tempo delle scelte. Il progetto Culture contro la paura si trasforma in un percorso più ampio, in un tour #culturecontrolapaura – partecipazioni a: Festa della Musica Arezzo, Cacciucco Pride Livorno, Pistoia Teatro Festival, Balagan Cafè Firenze –  e in un disco omonimo – il quarto per l’OMA – che, oltre a raccogliere le tante testimonianze delle collaborazioni artistiche dell’ultimo decennio, dà spazio a nuovi dialoghi ospitando una voce ulteriore, quella di Alessandro Fiori.

Insieme allo sforzo per la realizzazione del disco l’OMA prosegue la collaborazione con Stefano Massini partecipando ad alcune puntate di Piazza Pulita in diretta su LA7 (Se non riesco a chiederti aiuto, Non chiamarmi mai illuso, Il cervello più grosso chi ce l’ha, I pellerossa alla Casa del Popolo).


A questo punto il percorso dell’OMA può dirsi sospeso, come in un limbo. Il 2020 è riuscito a far nascere un grande e prezioso progetto di unione, quello con l’Alexian Group e la registrazione di un nuovo cd, “Romanò Simchà – Festa ebraica rom“, ma ha anche interrotto il percorso di studio della formazione aretina per l’impossibilità di ritrovarsi in un luogo chiuso a causa della pandemia. L’estate è riuscita a portare l’orchestra in piazza in occasione del Festival delle Musiche con un originale duetto con Stefano Massini, mentre nel frattempo approda alla 77ma Mostra del Cinema di Venezia il film “Occident Express” firmato dal regista Simone Marcelli, nuovo capitolo su grande schermo dello spettacolo teatrale che ha unito l’OMA ad Ottavia Piccolo, ma non si è riusciti a fare altro riversando l’originalità del progetto OMA nella realizzazione di tre videoclip registrati dalle rispettive case dei musicisti: Dos Zekele mit Koylen / Bella ciao, Todo Cambia in collaborazione con la ONG Mediterranea e Cerchi nell’acqua con la partecipazione del cantautore Paolo Benvegnù. In chiusura del 2020, il 19 dicembre, l’OMA è stata ospite di RAI3 nell’ambito della trasmissione “Ricomincio da Raitre” condotta da Stefano Massini e Andrea Delogu.


Il 2021 inizia con la partecipazione ad uno tra gli eventi musicali più attesi della primavera: il concerto del Primo Maggio promosso da CGIL, CISL e UIL, in diretta su Rai 3 e Radio 2. Sul palcoscenico l’OMA duetta per la prima volta con l’attrice e cantante Margherita Vicario in un originale arrangiamento del brano Abauè (Morte di un trap boy). L’incontro, in una sinergia tra Argot Produzioni, Officine della Cultura e Progetto Goldstein, dà vita allo spettacolo “Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli” in tourné nel 2021 con la regia di Francesco Frangipane.


L’attuale formazione dell’OMA è costituita da circa 35 musicisti provenienti da Albania, Palestina, Libano, Nigeria, Costa d’Avorio, Argentina, Colombia, Bangladesh, Giappone, Romania, Russia, Svizzera e dalle più svariate regioni italiane.