Riassumendo i punti chiave:
Sanzioni e tecnologia: Le sanzioni internazionali hanno limitato drasticamente l'accesso della Russia a tecnologie occidentali di alta qualità, essenziali per la produzione di sistemi d'arma sofisticati come missili balistici.
Capacità industriale russa: Pur avendo una solida base industriale nel settore aerospaziale e della difesa, la Russia non può colmare da sola il gap tecnologico creato dalle sanzioni.
Dipendenza indiretta: Anche se non si parla di importazione diretta di componenti, la Russia potrebbe dipendere da tecnologie occidentali incorporate in macchinari o software utilizzati nella produzione.
Impatto sulla produzione: La mancanza di queste tecnologie può rallentare o addirittura bloccare la produzione del missile Oreshnik, compromettendone le prestazioni e l'affidabilità.
In conclusione, la Russia si trova di fronte a un dilemma:
Adattare la produzione: Adattare i progetti del missile per utilizzare tecnologie e componenti disponibili localmente, sacrificando potenzialmente prestazioni e capacità (così gli esploderanno addosso).
Cercare vie alternative: Tentare di aggirare le sanzioni attraverso canali non ufficiali, un'operazione rischiosa e costosa.
Rallentare o fermare la produzione: Rinunciare temporaneamente o definitivamente alla produzione del missile, almeno nella configurazione attuale.
Le implicazioni di questa situazione sono molteplici:
Impatto militare: La capacità della Russia di proiettare la propria potenza militare potrebbe essere limitata.
Dinamica della guerra: La guerra in Ucraina potrebbe subire un'evoluzione, con possibili ripercussioni sulla strategia militare russa.
Relazioni internazionali: Le tensioni tra Russia e Occidente potrebbero intensificarsi, con potenziali conseguenze geopolitiche a lungo termine.
In parole povere Cicirinella dovrebbe abbaiare meno minacciando di utilizzarlo anche verso la NATO anche perché, da quello che vedo da queste parti, le sue minacce al momento hanno solo questo effetto da queste parti: