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30/03/2020

���� I veri GLADIATORI ITALIANI����

Sul volto il segno della mascherina: sono i medici e gli infermieri in lotta contro il coronavirus

Quasi 10.000 infermieri rispondono all'appello della Protezione civile. Onore a tutti


Dopo i medici, si offrono volontari anche gli infermieri per andare in trincea contro il "moscerino" killer. Grande prova di coraggio! Onore a tutti!
 
 
coronavirus foto generiche vario varie


In 9.448 hanno risposto “ci sono” alla chiamata della Protezione civile per dare supporto, aiuto e collaborazione professionale ai colleghi delle zone d’Italia dove c’è il maggior numero di contagi e morti per COVID-19, quasi venti volte di più della richiesta.
Sono infermieri esperti nelle specialità necessarie a quelle zone, dalla terapia intensiva alla pneumologia. Lo sono perché l’assistenza degli infermieri ormai da oltre un quarto di secolo è specializzata e mirata solo a una cosa: assistere il paziente per la tutela della sua salute.
 

«Lo sono – afferma Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche  – per la loro naturale formazione e anche perché gran parte di loro è pronta proprio per COVID-19: come ha testimoniato l’Istituto superiore di Sanità, il settore infermieristico-ostetrico è quello che per la stragrande maggioranza ha partecipato da subito al corso di aggiornamento sul coronavirus dell’Istituto superiore di Sanità per sapere come affrontarlo, come cercare di sconfiggerlo con scienza e senza mai dimenticare la propria coscienza».

«Non abbiamo mai avuto dubbi come Federazione sulla preparazione, la volontà di vicinanza e di non lasciare mai soli colleghi e cittadini – dice ancora Mangiacavalli – e questa ne è la prova. Le domande avrebbero sicuramente potuto essere anche di più, ma gli infermieri sono pochi e quasi tutti sono già impegnati nelle loro Regioni nella lotta al virus, o direttamente in prima linea o anche assistendo comunque chi sta male e ha bisogno di loro, perché anche le altre malattie non si fermano. I posti sono solo 500 e loro lo hanno sempre saputo, ma la voglia di esserci, di dare supporto a chi ha bisogno è più forte della consapevolezza che non tutti potranno essere li. 

Ora ci auguriamo anche che questi 500, così come tutti gli altri già in prima linea, possano avere le necessarie tutele (dispositivi di protezione individuale, tamponi ecc.) per non dover mai cedere al virus e perché anche la loro salute sia tutelata».
«Eppure, tra gli infermieri – continua – c’è il maggior numero di operatori sanitari positivi a COVID: circa 4mila. Tra gli infermieri c’è chi muore di COVID per assistere ed essere vicino ai pazienti, ma lo fa comunque senza il minimo tentennamento. Tra gli infermieri il principio è uno solo: prendersi cura, perché il loro obiettivo assoluto è la salute di tutti. E lo hanno dimostrato nei fatti, chiunque lo ha visto e lo può vedere ogni giorno, ogni ora, purtroppo in un’emergenza a cui nessuno di noi avrebbe voluto mai, invece, assistere»
«Grazie a loro e alla loro volontà – conclude Mangiacavalli – grazie da parte della Federazione, ma ritengo questo sia un grazie che tutto il paese, e il ministro della Salute Speranza lo ha fatto per primo, gli rivolge in questo momento.  

E da domani, da quando la Protezione civile selezionerà chi di loro potrà andare ‘al fronte’ della pandemia, i nostri esperti in maxiemergenze saranno li, uniti alla Task Force di cui ora fanno parte i 300 medici scelti con lo stesso criterio, per formare davvero una prima linea d’assalto senza precedenti contro il virus».


Alessandra Toni

24/03/2020

Giorgia - Credo (Official Music Video)

Orgoglio italiano

Forza Italia dall'Africa

Andrà tutto bene! Forza Italia Dal Galles UK

"Italia non sei sola", il messaggio di sostegno arriva dalla Cina

Forza Italia! Il Giappone e' con voi! (Incoraggiamento dai nostri storici alleati)

Due giovani siciliani suonano "Viva la vida", i Coldplay ringraziano. FORZA ITALIA!



Questi ragazzi hanno avuto più di 138.000 visualizzazioni del loro video nato per gioco e fatto dal padre. Un incitamento ad andare avanti. Bravi!



MYSTERIUM


Due piccoli violinisti di Agrigento, Mirko e Valerio di 12 anni, in casa anche loro per l'emergenza Coronavirus, hanno deciso di intrattenere i loro fan sui social cimentandosi in diversi brani suonati appunto al violino.
Piccoli concerti fatti in casa, insomma, per cercare di trascorrere in spensieratezza il tempo dentro casa.
Fra i brani eseguiti, Mirko e Valerio hanno suonato anche la famosa Viva La vida dei Coldplay. Un'idea giunta alle orecchie dei componenti della band, che hanno voluto ringraziare i due giovani artisti attraverso un messaggio su Twitter. "Grazie ragazzi - hanno scritto i Coldplay -. Forza! love c, g, w, j & p".

FONTE :  https://gds.it/video/societa/2020/03/24/due-giovani-siciliani-suonano-viva-la-vida-i-coldplay-ringraziano-8d117e2d-d092-4e34-997e-4fa9d73179bf/



COLDPLAY



Grazie, ragazzi 👏👏👏 Forza! ♥️ 🇮🇹 love c, g, w, j & phttps://youtu.be/WTPhHVWclow

22/03/2020

CORONAVIRUS, IL GOVERNO CHIAMA 300 MEDICI VOLONTARI. RISPONDONO IN 7 MILA: BENE COSi'

  BENE COSi'. ALL'ATTACCO DI QUESTO "MOSCERINO" KILLER! 


alganews.it

CORONAVIRUS, IL GOVERNO CHIAMA 300 MEDICI VOLONTARI. RISPONDONO IN 7 MILA - ALGANEWS



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DI CHIARA FARIGU

Sono oltre 7mila i medici che hanno risposto all’appello del governo che, tramite bando ad hoc, ne chiedeva 300.
Francesco Boccia, ministro  per gli Affari Regionali  e le Autonomie, intervistato al Tg1 ha ammesso che non se ne aspettavano più di cento disposti a recarsi al ‘fronte’. A combattere e possibilmente a debellare il nemico invisibile che sta falcidiando vittime a più non posso.
Erano oltre 7000 alle ore 19. Ma saranno molti di più gli ‘eroi’ in camice bianco pronti a combattere la battaglia più dura dal dopoguerra ad oggi.
Medici di tutte le età e di tutte le regioni, isole comprese hanno accettato di scendere in campo (loro sì) al servizio di chi sta lottando per la vita.
Loro, oggi (e non solo) l’Italia migliore.

18/03/2020

Rocky Balboa - Discorso al Figlio sull' Autostima

Un discorso che si adatta alla tragicità peggiore che stiamo affrontando dalla seconda guerra mondiale. Mai lasciarsi andare.

14/03/2020

Coronavirus - nCoV 2019: cosa sappiamo. Con Ilaria Capua (virologa)




Ilaria Capua (Roma, 21 aprile 1966) è una virologa ed ex politica italiana, nota per i suoi studi sui virus influenzali e, in particolare, sull'influenza aviaria.
È stata deputata dal 2013 al 2016, durante la XVII legislatura, eletta nelle liste di Scelta Civica.

Nel 2006 ebbe notevole risonanza internazionale la sua decisione di rendere di dominio pubblico la sequenza genica del virus dell'aviaria, che diede il via allo sviluppo della cosiddetta "scienza open-source"[1][2][3] e iniziando a promuovere una campagna internazionale a favore del libero accesso ai dati sulle sequenze genetiche dei virus influenzali.[4] Per questo la rivista Seed l'ha eletta "mente rivoluzionaria"[5] ed è entrata fra i 50 scienziati top di Scientific American.[6]
  
Nata a Roma nel 1966, si è laureata cum laude in medicina veterinaria all'Università di Perugia nel 1989 e nel 1991 ha conseguito la specializzazione all'Università di Pisa in Igiene e Sanità Animale. In seguito, ha ottenuto un dottorato di ricerca dall'Università di Padova


Ha ricoperto l'incarico di direttrice del Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro (PD). Il Dipartimento ospita il Centro di Referenza Nazionale, FAO e OIE per l'Influenza Aviaria e per la Malattia di Newcastle ed il Centro di Collaborazione per le malattie infettive nell'interfaccia uomo-animale; inoltre è stato recentemente nominato Centro di Referenza FAO per la Rabbia. Nel 2000 ha sviluppato la strategia "DIVA" (Differentiating Vaccinated from Infected Animals), la prima strategia di vaccinazione contro la influenza aviaria con un test che è in grado di svelare se gli anticorpi presenti in un soggetto sono stati indotti dal vaccino o da infezione. DIVA è adesso tra le strategie raccomandate da organizzazioni internazionali come la FAO e dalla Unione Europea per combattere l'Influenza Aviaria su scala globale[7][8].
Nel 2006, con la sua decisione di sfidare il sistema, depositando la sequenza genetica del primo ceppo africano di influenza H5N1 in GenBank (un database "open access") e non in un database ad accesso limitato, Ilaria Capua diede inizio ad un dibattito internazionale sulla trasparenza dei dati che ha cambiato i meccanismi internazionali alla base dei piani prepandemici. La sua iniziativa è stata ripresa da vari organi della stampa internazionale, tra cui il Wall Street Journal,[9] il New York Times[10], il Washington Post, oltre che da riviste della stampa scientifica, tra cui Science e Nature.[11] Grazie anche al gesto di Ilaria Capua, l'Organizzazione mondiale della sanità, la FAO e l'OIE promuovono e sostengono meccanismi di condivisione più efficienti, la trasparenza dei dati ed un approccio interdisciplinare per migliorare la preparazione ad eventi pandemici.

L'inclinazione di Ilaria Capua a sfidare atteggiamenti consolidati si era già rivelata, in tempi non sospetti, quando presentò dati scientifici in cui sosteneva che la futura pandemia influenzale umana sarebbe stata causata da un virus animale di sottotipo H1 e non da un H5, una previsione che si rivelò esatta, nonostante lo scetticismo e l'incredulità di molti suoi colleghi. Lo studio è stato pubblicato su "PLoS Pathogens" nel 2009.[12]

Negli anni, si è impegnata per superare le barriere tra medicina umana e veterinaria, secondo una concezione in cui non può esistere una salute umana distinta da una salute animale e da quella dell'ambiente, portando avanti la visione "One Health". Ad oggi il suo gruppo si occupa principalmente delle malattie virali trasmissibili dagli animali all'uomo e di sviluppare adeguate strategie di controllo per la tutela della salute pubblica e della sanità animale.

Ha pubblicato oltre 200 lavori su riviste internazionali indicizzate, capitoli di libri scientifici e due libri di testo sull'influenza aviaria e sulla malattia di Newcastle.
Ha diretto un gruppo di lavoro costituito da oltre 70 persone, tra cui anche alcuni ricercatori stranieri, presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (uno dei 10 Istituti Zooprofilattici italiani), dipendente dal Ministero della Salute e dalle Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e dalla Provincie Autonome di Trento e Bolzano.
Dal giugno del 2016 dirige un dipartimento dell'Emerging Pathogens Institute dell'Università della Florida[13].

LA BCE AFFONDA L’ITALIA E SE NE FREGA DEL CORONAVIRUS