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23/09/2023

L'ACCUSA DURISSIMA DEL DOTT. BARBARO SULLA VIGILE ATTESA ▷ "L'OBIETTIVO ERA CREARE COMPLICANZE"

LA PROFESSIONE è STATA TRADITA PER ASSERVIRSI ALLA POLITICA La scelta di adottare il protocollo di "vigile attesa" durante l'emergenza, prediletto ad un protocollo che prevedesse cure domiciliari per pazienti fragili, si va ad incoronare come l'esempio lampante delle fortissime pressioni e influenze politiche subite dalle discipline mediche durante la pandemia, tutto in nome dell'emergenza. A questo proposito, il Dott. Giuseppe Barbaro, specialista in medicina interna e cardiologia, spiega come il settore medico abbia subito delle vere e proprie vessazioni in merito alle strategie da adottare contro la famigerata emergenza: "La politica non dovrebbe in nessun caso interferire su una professione che per definizione è libera, indipendente, non condizionata e condizionabile". Ma quale doveva essere il giusto atteggiamento da parte degli addetti ai lavori? "I medici, in questo contesto, avrebbero dovuto fare muro e dichiarare apertamente la volontà di non tradire la loro natura professionale poiché vincolati da un giuramento che prevede non solo la non discriminazione del paziente ma anche la libertà e l' indipendenza della professione"

"LA SOSTITUZIONE ETNICA È UN DATO DI FATTO!": BORGONOVO RISPONDE ALL'ASCOLTATORE ▷ "ASPETTA 30 ANNI"

"È dovere di tutte le #Nazioni che hanno a cuore la dignità della persona umana dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani". Parole a cui devono seguire i fatti, ma intanto Giorgia #Meloni all'#ONU chiarisce la linea da intraprendere. Una linea da cavalcare "a livello europeo", secondo la premier, anche se paesi che teoricamente si dicono favorevoli all'accoglienza dell'Europa schierano l'esercito in frontiera (vedi la Francia). Il problema da fronteggiare però non riguarda solo la sicurezza. La maggior parte dei migranti che attraversano il mediterraneo notoriamente non vorrebbe restare in Italia, ma nell'impasse che li divide dalle mete ambite - come Francia e Germania - è proprio negli hotspot italiani che sono costretti a restare. Il tutto senza lezioni (bypassando i servizi principali) o che gli venga insegnata la lingua. Chissà se fra 30 anni certi aspetti della cultura italiana esisteranno ancora, vista anche la denatalità che affligge il Paese e che sempre meno viene considerata nell'agenda dei vari governi. "Servono giovani", scrive un ascoltatore, "solo gli sciocchi parlano di complotto o di sostituzione etnica sull'immigrazione". "Nel giro di qualche anno", ribatte Francesco #Borgonovo, "tu avrai una percentuale di persone residenti in #Europa con cittadinanza europea che non sono di origine europea: questo per me cambia, perché se tu sostituisci Napoli con la città di Tunisi hai persone diverse, culture diverse, origini diverse. E' un'altra cosa. Siamo una Nazione - vi piaccia o no - anche perché abbiamo legami etnici. La Nazione non è un contratto". Ecco l'intervento del vicedirettore de La Verità.