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31/03/2017

Roberto Benigni - La canzone di Pinocchio

 

La canzone di Pinocchio composta da Piovani (che vinse un Nastro d'Argento) e cantata da Benigni sarebbe da fare ascoltare e cantare ai bambini a cui è dedicata.


Nicola Piovani premiato con il Nastro d'Argento per la colonna sonora di Pinocchio.



  
Quando spunta il sole fa cri cri,
e se vado a scuola anche il maestro fa cri cri.

Quando il gallo canta cricca il dì

E poi torno a casa e anche il mio babbo fa cri cri
Proprio come mi piace il lunedì

Il carabiniere sotto i baffi fa cri cri.
Fa venire sonno l’abbiccì,

gl'è che noi ragazzi siam così, tutti così:
a noi un ci garba punto quel cri cri!
Ma un giorno andando un po' di qua e di là

Col cuore zeppo zuppo di felicità
Sapete cosa dissi cra cra
Poi lo ridissi forte cra cra cra
……Ma quant'è vita la vita……
E poi rispunta il sole rifà cri cri

Poi ho tanta fame e anche la pancia fa cri cri.
Come vorrei mordere un cachi,

il carabiniere sotto i baffi fa no no!
Sette e quattro dodici non so,

faccio un sogno brutto dove tutti fan così
cri cri cri cri cri cri cri cri cri
cri cri cri di qua e di là
cri cri di qui e di li
a me un mi garba punto quel cri cri!
…….Ma quant'è la vita
Quando spunta il sole fa cri cri

Fa cri cri anche il gallo non fa più chicchirichì
Il maestro a scuola fa cri cri

Vado a letto e il letto cigolando fa cri cri
Sento un suono allegro do re mi

Ma mi si confonde in mezzo a tutti quei cri cri
Cri cri cri cri cri cri cri

Gl'è che a noi ragazzi non ci garbano quei cri cri

 
Benigni canta Pinocchio
una filastrocca per il film
di GINO CASTALDO


ROMA - C'è anche una canzone, una strampalata e lunatica filastrocca piena di "crì crì" e "crà crà" cantata con anarchica allegria da Roberto Benigni, a suggellare la splendida colonna sonora che verrà pubblicata dalla Virgin nei giorni dell'uscita di Pinocchio (l'11 ottobre) e che siamo riusciti ad ascoltare in anteprima. Certo, ascoltare una colonna sonora prima di vedere il film per cui è stata concepita, è un'esperienza singolare. Ma in questo caso ci aiuta la straordinaria capacità descrittiva delle musiche di Nicola Piovani, e anche il collaudato abbinamento con i caratteri cinematografici interpretati da Roberto Benigni. Queste musiche sono un racconto a sé stante ed è facile immaginare che abbiano un ruolo decisivo nel film, molto più che un semplice accompagnamento, piuttosto una vivida cornice, quasi sempre ritmata, che suggerisce movimenti, camminamenti, danze e giochi di ogni genere.

L'introduzione è affidata al tema de La fata turchina, un'apertura mozzafiato che ci proietta nel clima della fiaba. È imponente, maestosa e sembra di immaginare stelline e aure fatate, come fosse una fantasia di Disney filtrata però dalla drammaturgia italiana, un tema che si apre in un clima struggente, dolcissimo, di quelli che aprono il cuore e scatenano nostalgie di infanzia e di mondi perduti per sempre. Subito dopo Il burattino, il vero e proprio tema di Pinocchio che attraversa tutto il film e riemerge in tante diverse versioni, più lente, più briose, fino all'episodio finale in cui arriva la voce di Benigni (su testo dello stesso Benigni con Vincenzo Cerami).

E' una canzone bizzarra, grottesca, quasi da antico varietà, spudorata e innocente come ci immaginiamo i pensieri del celebre burattino. Per scrivere le musiche Piovani ha scelto una struttura da melodramma, nel senso che ogni personaggio ha il suo proprio tema: la Fata Turchina, Pinocchio, ovviamente, ma anche il Gatto e la Volpe, rappresentati da una musica che sembra tratta direttamente dalle colonne sonore italiane di molti anni fa, un tema della furbizia, urbano e malizioso, contraddetto da quello che descrive Lucignolo, con una fisarmonica che sembra rendere un'immagine contadina, campestre, virata in malinconia quando ritorna per La morte di Lucignolo, o da quello del Grillo Parlante, più acido, con un squittio quasi fastidioso, petulante.

In altri momenti Piovani trasforma i temi in balletti meccanici, come in Il pezzo di legno, quando la costruzione della marionetta diventa una danza leggera, ostinata, oppure in feste popolari, quando arrivano a passo di carica bande di ottoni, marce gaudenti, spunti musicali pieni di circhi e balocchi, con tanto di omaggio a Fellini e al suo immaginario, come probabilmente succederà anche per le immagini del film.

Se è vero che ascoltare una colonna sonora prima di vedere il film può essere un'esperienza singolare, questa ha il pregio di invogliare immediatamente alla visione del film. Si ha voglia di vedere Benigni-Pinocchio saltellare come una marionetta spiritata, si ha voglia di illanguidirsi sulle parti in cui interviene il tocco della Fata Turchina, si ha voglia di gioire e soffrire insieme al protagonista, di rivivere con lui e con queste splendide musiche il desiderio di diventare finalmente umani.

FONTE :
 http://www.repubblica.it/online/spettacoli_e_cultura/pinocchio/canzone/canzone.html



 
it.wikipedia.org

Pinocchio (film 2002)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Pinocchio è un film del 2002 diretto e interpretato da Roberto Benigni, che firma anche la sceneggiatura (con Vincenzo Cerami) e la produzione. Costato circa 45 milioni di euro, è il film più costoso nella storia del cinema italiano.[1]
È tratto dal romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi.[1]
In Italia il film è stato pubblicato in home video nel 2003 dalla Buena Vista Home Entertainment.

Trama

Imbattutosi in un ceppo di legno molto particolare, il buon falegname Geppetto decide di farne un burattino e di chiamarlo Pinocchio. Questi, magicamente, è in grado di camminare, di muoversi, di parlare e di combinare guai come un vero bambino. Nella speranza di avviarlo all'istruzione Geppetto, vendendo la sua casacca, compra a Pinocchio un abbecedario, ma il birbantello lo rivende per andare a vedere uno spettacolo al teatro dei burattini. Qui il terribile e temutissimo capo della compagnia Mangiafuoco, lasciatosi impietosire dagli sgangherati racconti di Pinocchio, gli regala cinque monete d'oro. Pinocchio, vittima della sua ingenuità, viene poi adescato da una coppia di furfanti, il Gatto e la Volpe, decisi a truffarlo per impossessarsi del suo denaro, e farà anche la conoscenza della Fata dai capelli turchini. Pinocchio accortosi dell'inganno cerca di denunciarli, ma viene sbattuto in prigione da un giudice cattivo, e qui conoscerà Lucignolo, suo nuovo amico. Uscito di prigione Pinocchio rincontra la fata e decide di diventare un bambino modello, ma finirà di nuovo vittima della sua ingenuità che lo porterà fino al Paese dei Balocchi in compagnia di Lucignolo, per poi trasformarsi in un asino e finire, dopo essere tornato umano grazie alla fata, nel ventre di un pescecane, dove con grande sorpresa ritroverà suo padre. Fuggito dal corpo dell'animale, con l'aiuto della Fata Turchina si trasformerà finalmente in un bambino vero, generoso e volenteroso.

Produzione

Secondo Benigni, il progetto di un film in cui l'attore interpretava Pinocchio aveva avuto inizio con Federico Fellini. Il progetto risalirebbe ai tempi de La voce della luna, film che Benigni interpretò nel 1990 sotto la direzione del maestro riminese. In quell'occasione, in effetti, Fellini chiamò Benigni e Paolo Villaggio "personaggi collodiani".[2] Benigni disse anche che in quell'occasione erano state girate alcune scene di prova mai mostrate al pubblico e che Vincenzo Cerami aveva iniziato a scrivere una sceneggiatura.[3][4]
Il film è stato girato nei Cinecittà Umbria Studios di Papigno, frazione di Terni.[5]
Per il film sono stati impiegati 28 settimane di riprese, 8 mesi di preproduzione e 8 di postproduzione.[1]

Colonna sonora

La colonna sonora è di Nicola Piovani, che aveva già collaborato con Benigni per la colonna sonora del film La vita è bella. Piovani vinse un Nastro d'Argento per la colonna sonora.

Tracce

  1. La Fata Turchina
  2. Il burattino
  3. Il Gatto e la Volpe
  4. I viaggi di Pinocchio
  5. Lucignolo
  6. Il pezzo di legno
  7. Il Grillo Parlante
  8. Le brutte avventure
  9. Promenade di Pinocchio
  10. Il bacio della Fata
  11. Il teatro dei burattini
  12. La morte di Lucignolo
  13. Il circo
  14. Il Paese dei Balocchi
  15. Finale
  16. La canzone di Pinocchio
  17. Il tema della Fata

Distribuzione

Il film uscì ufficialmente nelle sale cinematografiche italiane l'11 ottobre 2002 su distribuzione Medusa[6].

Data uscita

La pellicola venne presentata internazionalmente in anteprima il 10 gennaio 2003 al Palm Springs International Film Festival[6].
Le date di uscita internazionali sono state[6]:

Distribuzione in Nord America

Il film uscì nelle sale cinematografiche statunitensi il 25 dicembre 2002 su distribuzione Miramax Films[6], senza però nessuna proiezione per la critica cinematografica. I dirigenti della Miramax Harvey Weinstein e Bob Weinstein giustificarono questa decisione sostenendo che serviva più tempo di post produzione per il doppiaggio in lingua inglese. Comunque secondo Edward Guthmann, critico cinematografico per il San Francisco Chronicle, la Miramax prese questa decisione in quanto consapevole del probabile insuccesso della pellicola[7]. Due mesi dopo il flop di botteghino e critica della versione doppiata, il 7 febbraio 2003, il film venne ridistribuito nelle sale per un periodo limitato in una versione in lingua originale sottotitolata in inglese.

Edizioni estere

In lingua inglese

Contrariamente alle tradizioni delle distribuzioni statunitensi, dove in genere un film straniero viene presentato in lingua originale sottotitolata in lingua inglese, Harvey e Bob Weinstein decisero di far doppiare in lingua inglese il film. Per alcuni critici questa decisione fu presa per attirare una maggiore attenzione da parte di un pubblico infantile[7], malgrado lo stesso Benigni abbia riportato in un'intervista che il motivo principale era il fatto che doppiarsi in inglese fosse una cosa troppo complicata anche per via del suo marcato accento italiano[8].
Il copione del film, intitolato Roberto Benigni's Pinocchio per il mercato statunitense, venne adattato in inglese dal dialoghista statunitense Brendan Donnison. Per il doppiaggio venne scelto un cast singolare composto principalmente da note celebrità: a doppiare Benigni e la Braschi vennero scelti rispettivamente gli attori Breckin Meyer e Glenn Close[9]; tra le altre celebrità che prestarono la loro voce vi sono David Suchet (mastro Geppetto), gli ex Monty Python John Cleese e Eric Idle (rispettivamente il Grillo Parlante e Medoro), Topher Grace (Lucignolo, in inglese Leonardo), i comici Eddie Griffin e Cheech Marin (il Gatto e la Volpe), gli attori Kevin James (Mangiafuoco) e Regis Philbin (il direttore del circo)[9]. Inoltre appaiono in una sorta di "cameo vocale" il comico James Belushi, che doppia il contadino Giangio, e la cantante Queen Latifah, che nel film doppia il colombo che aiuta Pinocchio a raggiungere la spiaggia con l'intento di trovare Geppetto[9].

In lingua francese

In Francia il film è stato doppiato da Dominique Collignon-Maurin (Pinocchio), Cécile Paoli (la Fata dai capelli turchini), Georges Berthomieu (mastro Geppetto), Damien Boisseau (Lucignolo), Patrick Messe (Grillo Parlante), Jean-Pierre Gernez (Medoro), Jean-Loup Horwitz (Il Gatto), Pierre Laurent (La Volpe) e Saïd Amadis (Mangiafuoco).

Riconoscimenti

Accoglienza

Incassi

Il film - su un costo stimato di circa 40 milioni di dollari[10] - ha avuto un buon successo (26.198.000 euro) in Italia ma incassi inferiori alle aspettative nel resto del mondo e in particolare negli USA (3.684.305 dollari), per un totale di 41.323.171 dollari in tutto il mondo,[11] che sono serviti in pratica a coprire i costi di produzione.

Critica

Il film fu criticato principalmente per la mancanza di sentimento nella recitazione dei personaggi, specialmente della fata (Nicoletta Braschi) e dello stesso Benigni.[12] Vennero invece apprezzati le scenografie, i costumi, la fotografia e la colonna sonora.

Critica statunitense

La critica statunitense stroncò aspramente la pellicola. Secondo i rapporti del sito internet Rotten Tomatoes, lo 0% della critica ha dato una recensione positiva, con un voto medio di 2,4 su 10[13]. Sempre lo stesso sito lo ha classificato al terzo posto come peggior film del decennio 2000-2009,[14] unico film italiano in questa classifica di 100 pellicole.[15].
Tra le varie cose, i critici attaccarono pesantemente il doppiaggio in lingua inglese, soprattutto venne attaccata la scelta di Breckin Meyer come voce sostitutiva di Benigni, considerato inadatto per il ruolo per via della sua voce troppo giovanile[7][16].

Differenze dal romanzo

  • Geppetto trova il pezzo di legno per strada, mentre nel libro glielo dà mastro Ciliegia (che non appare nel film). Inoltre, nel film, è specificato che il pezzo di legno è di pino. Nel libro, non è specificato da quale albero esso provenga. Infatti, nel libro, il nome di Pinocchio non è correlato all'albero di pino, ma al fatto che Geppetto aveva conosciuto un'intera famiglia di Pinocchi: Pinocchio il padre, Pinocchia la madre e Pinocchi i ragazzi.
  • Nel film Pinocchio incontra Lucignolo per la prima volta in prigione quando viene arrestato dai carabinieri di Acchiappacitrulli accusando il Gatto e la Volpe per il furto delle monete d'oro, nel libro lo conosce a scuola, quando si trasferisce nel Paese delle Api Industriose.
  • Quando Pinocchio viene arrestato dai carabinieri che credono che lui abbia colpito Eugenio, lui, vedendo la Fata Turchina, fugge dai carabinieri per poi finire nel campo del contadino che lo assume come cane da guardia (dove, nel libro, cerca di rubare l'uva, cosa che non fa nel film). Inoltre fugge dal contadino grazie a Lucignolo (che vuole rubare le galline al posto delle faine), mentre, nel libro, riottiene la sua libertà portando a termine il suddetto incarico. Inoltre, nel film, il rapimento da parte del padrone di Melampo sostituisce quello da parte del Pescatore Verde. Nel libro, il primo avviene prima che Pinocchio trovi la presunta tomba della Fata Turchina.
  • Quando Pinocchio e Lucignolo si accorgono che si stanno trasformando in somari nel Paese dei Balocchi, il Grillo Parlante parla a Pinocchio della sua ignoranza, mentre nel libro è una marmotta a farlo. Inoltre, il Grillo Parlante sostituisce anche il Pappagallo che avverte Pinocchio del furto delle monete da parte del Gatto e la Volpe.
  • Quando Pinocchio viene trasformato in un asino, viene condotto ad un circo e si ferisce saltando un cerchione di fuoco, e il direttore del circo, stufo dell'inutilità di Pinocchio, manda i suoi clown ad annegarlo in mare. Nel libro invece decide di venderlo ad un venditore di tamburi, ed è lui ad annegarlo, non i pagliacci. Inoltre quando Pinocchio torna ad essere un burattino, la Fata, accortasi del pescecane che lo stava inseguendo, nel film mantiene il suo aspetto umano, anziché trasformarsi in capra come invece accade nel libro.
  • L'imperatore di Acchiappacitrulli decide di liberare i bambini dall'ospizio per celebrare la nascita di suo figlio, non per una vittoria militare come nel libro.
  • Quando Pinocchio reincontra Geppetto nella bocca del pescecane, il burattino porta il padre in salvo facendolo irritare prendendogli la parrucca (come fa all'inizio). Nel libro, fuggono in groppa ad un tonno, già incontrato da Pinocchio appena viene inghiottito (che nel film non appare) mentre il pescecane dorme. Nel film però quando Pinocchio incontra Geppetto finge di essere un tonno ma dopo un po' rivela al padre la sua vera identità.