Benvenuti nel mio nuovo blog. Verranno trattati tutti gli argomenti tranne MISTERI, ARTE e STORIA già presenti nei miei altri blog precedenti i cui link troverete qui sotto.
Nazionale femminile di pallavolo vicecampione del mondo : GRAZIE RAGAZZE
Siamo secondi nel mondo. Grazie ragazze. La vittoria è mancata per poco. In loro onore ho scelto il seguente brano, la marcia FANFARA SOLENNE, marcia d'ordinanza del Corpo delle Guardie della Repubblica eseguita dalla banda dell'Arma dei Carabinieri (in fondo all'articolo - NB).
Azzurre del volley argento ai Mondiali 2018: le schede delle giocatrici e tutti i risultati
9-12 minuti
Hanno emozionato tutta l’Italia
e del nostro Paese rappresentano il volto più bello, quello
dell’amicizia, della sportività, del successo, della simpatia e della
perfetta integrazione. Sono le azzurre del volley, le ragazze terribili (come le ha ribattezzate il telecronista Rai Maurizio Colantoni) che hanno conquistato una meravigliosa medaglia d’argento ai Mondiali in Giappone, ma soprattutto hanno creato grandissime aspettative per il futuro. L’età media della squadra allenata da Davide Mazzanti,
infatti, è di soli 23 anni e la stella più splendente, Paola Egonu, 20
anni li compie solo a dicembre. Questo significa che l’argento di oggi
potrebbe essere solo il primo step di un ciclo lungo e ricco di
successi. In realtà il cammino di queste ragazze è già partito da qualche anno,
perché Egonu è stata campionessa del mondo Under 18 (e anche MVP del
torneo) nel 2015 e da quella nazionale, allenata da Marco Mencarelli,
nei prossimi anni potrebbero arrivare anche altre stelle. Insomma, il
segnale arrivato dal Giappone nelle ultime quattro settimane è molto
chiaro: l’Italvolley femminile può farci sognare per molti anni,
le azzurre oggi sono vicecampionesse del mondo, un domani potranno
salire anche quell’ultimo gradino e la prima grande occasione saranno le
Olimpiadi di Tokyo 2020. Intanto tutte le ragazze di Davide Mazzanti si sono fatte notare a livello mondiale. Oltre a Paola Egonu, che ha stabilito lo storico record di 45 punti in una partita
della competizione iridata (nella semifinale contro la Cina), anche
altre tre azzurre sono state inserite nel dream team finale: Miriam Sylla, come migliore schiacciatrice, Ofelia Malinov, come migliore palleggiatrice, e Monica De Gennaro,
che per la seconda volta è il miglior libero (lo fu anche nel 2014 nel
Mondiale casalingo). E solo per una questione di “equa distribuzione dei
premi individuali” tra le squadre della Final Four, Anna Danesi non ha avuto il premio come miglior centrale, che avrebbe ampiamente meritato. Le azzurre hanno collezionato 11 vittorie su 13 partite in totale, le prime dieci consecutive.
Hanno battuto due volte le campionesse olimpiche della Cina, hanno
dominato contro le campionesse del mondo uscenti degli Stati Uniti e i
due match persi sono stati entrambi contro la Serbia. E le serbe, campionesse d’Europa e vicecampionesse olimpiche,
hanno meritato la vittoria, hanno dimostrato di essere davvero la
squadra più forte. Per ora. Sì perché con un pizzico di esperienza in
più le azzurre potranno presto battere anche loro, in fondo la sconfitta
è arrivata solo al tie-break! E allora appuntiamoci uno per uno i nomi delle azzurre e scriviamoli a
caratteri cubitali, perché queste ragazze (e anche alcune delle serbe)
giocano nel campionato italiano, che già le attende con una grande
festa: il prossimo weekend su tutti i campi rosa di A1 e A2 verrà applicata la scritta “GrAzie ragazze!” per
dimostrare “il riconoscimento e l’affetto con cui milioni di persone
hanno seguito l’impresa che ha portato l’Italia all’argento mondiale e
la pallavolo femminile nel cuore del nostro Paese”, scrive la Lega Serie
A in una nota. E ricordiamo che il volley femminile NON è uno sport minore, ma è tra quelli con il maggior numero di tesserate, perciò non deve tornare nell’ombra dopo questa impresa.
Volley Mondiali femminili, grazie comunque Italia: sei l'orgoglio di una Nazione intera
L'Italia non regge l'impeto servo in una finale strepitosa iniziata con le azzurre in vantaggio
e chiusa da un tie-break che ha premiato la maggior determinazione
serba. Il Mondiale giapponese si conclude così, con l'Italvolley che
vince il primo set, poi cede il secondo, rientra nel match col terzo set
vincente e poi si ferma al quarto. Uno strepitoso mondiale che regala all'Italia un argento importantissimo, orgoglio di un movimento che ha mostrato il meglio di sé e di un Paese che si è unito attorno alle ragazze terribili di Davide Mazzanti
Il
sogno mondiale, iniziato come tale e trasformatosi in realtà, in una
splendida realtà set dopo set. Tutte sono cadute sotto i colpi delle Azzurre,
bravissime nel crescere di intensità durante il torneo in cui non c'è
stata alcuna macchia fino alla finale, con l'unica sconfitta indolore,
nell'ultimo match contro la Serbia prima delle fasi finali. Oggi, a palla ferma, ci si rende conto di quanto ha fatto questa nazionale, in finale dopo 16 anni,
che ha rilanciato oltre la rete l'orgoglio di una nazione intera,
finalmente fuoriuscita dal guscio del classico calcio, disciplina che
tutto fagocita e ingloba. Era dal 2002 che l'Italvolley in rosa non riusciva in una impresa così importante,
quando alzò al cielo l'oro iridato, Poi i nuovi tentativi con i due
Mondiali (nell'ultimo, con un 4° posto oggi diventato il trampolino di
rilancio) e due Europei che hanno aperto altri cicli, meno vincenti, ma
sempre all'altezza delle aspettative tanto che la pallavolo a livello
femminile non a caso rappresenta il primo sport italiano. E che da
questo mondiale in poi, avrà ancor più meritato seguito. L'acme in Giappone è arrivato in semifinale, con l'epica vittoria sulla Cina, per 3-2
con in tie-break spettacolare, drammatico nella sua emotività che ha
espresso il meglio di quanto l'italvolley femminile oggi ha saputo
dimostrare al mondo. Esempio dell'orgoglio di un movimento che troppo
spesso passa in secondo piano e che viene a richiamare a sé l'unità
italiana solo nei momenti che contano, relegando il terzo sport
nazionale in fondo ai pensieri di tifosi e ‘sportivi'. E' stato un Mondiale – cartolina al di là della finale contro le maestre serbe contro
cui però la nostra Nazionale non ha per nulla demeritato, tenendo testa
finché ha potuto, crollando alla distanza ma facendo comunque tremare
l'avversario mettendolo sotto pressione con un inizio di rabbia, qualità
e carattere.
"Ci avete fatto sognare": il grazie dei social alle azzurre del volley argento al Mondiale
di LIVIA LIBERATORE
ROMA - Un
argento meritato come fosse un oro, una nazionale, sconfitta al match
point dalla Serbia, che resterà alla storia. Già dai primi minuti dopo
l'atteso risultato della finale del mondiale Italia-Serbia,
gli utenti dei social network si stringono alle azzurre e dicono loro
un "grazie" collettivo. La prima a diffondere il commosso ringraziamento
è la Federazione Italiana Pallavolo:
"Questo è l’unico muro che ci piace! Forza Azzurre!", scrive il cantante
Marco Mengoni, twittando una foto delle "ragazze terribili", quella nazionale multietnica che ha conquistato i tifosi con la sua voglia di vincere, la professionalità e la spontaneità.
"Brave ragazze, stima, orgoglio e applausi" twitta il ministro Matteo
Salvini. Sulla stessa linea il presidente della Regione Veneto Luca
Zaia, che commenta: "Ci avete comunque regalato un sogno. BRAVISSIME
RAGAZZE, grande coach Mazzanti!"
E alla fine di questi Mondiali del volley femminile pochi
dimenticheranno il sorriso di Paola Egonu, sfoggiato anche nel pieno
delle sue memorabili schiacciate.
Volley, Mondiali femminili: Italia sconfitta in finale, la Serbia vince al tie break
dal nostro inviato COSIMO CITO
YOKOHAMA -
Il Mondiale, il primo della sua storia, è della Serbia, alle azzurre
solo tanti, tantissimi rimpianti. Una finale lunghissima chiusa al tie
break, una nuova altalena di emozioni che stavolta ha punito l'Italia,
arrivata fiaccata da 10 set giocati in ventiquattr'ore a giocarsi il
mondo all'ultimo punto. Decisivo, sul 9-8 serbo nell'ultima partita uno
spaventoso muro di Mihajlovic su Egonu. Lì le slave prendono l'abbrivio
decisivo. È proprio la schiacciatrice, più di Boskovic, la donna del
destino serbo.
Finisce 3-2 quindi, ma stavolta col 3 dalla parte sbagliata, col Giappone e con la Cina
le azzurre avevano vinto all'ultimo punto. I parziali raccontano
l'equilibrio visto in campo, ma solo nei set vinti dalle azzurre: 21-25,
25-14, 23-25, 25-19, 15-12). Fatturato enorme ancora per Egonu (30
attacchi, 2 muri e un ace), ma anche una gran quantità di errori che
sommati alla serata di scarsa vena di Sylla hanno premiato Terzic.
Proprio un errore di Sylla, servita malissimo all'ultimo punto e
costretta a una sorta di gancio irregolare per rimandare il pallone di
là ha chiuso il match. Rimpianti sì, tantissimi, per l'Italia, incapace
di dare continuità a un primo set formidabile. La squadra si è però
sfilacciata e si è danneggiata da sola: l'hanno messa in difficoltà le
tante battute flottanti e soprattutto le due centrali Rasic e Veljkovic.
10 muri a 7, nella partita che conta l'Italia si fa battere proprio nel
suo fondamentale più efficace. Azzurre brave lo stesso, ma è Rasic ad
alzare il trofeo.
A distanza di sedici anni l'Italia è tornata comunque a conquistare una
medaglia in una rassegna iridata e lo ha fatto con una squadra
giovanissima e praticamente autoprodotta: 9 delle azzurre si sono
formate nel Club Italia: Fahr, Nwakalor, Pietrini, Lubian, Chirichella,
Egonu, Danesi, Malinov e Ortolani. Mazzanti ha guidato il gruppo alla
perfezione. Asciugate le lacrime, ora si dovrà ripartire. Nel prossimo
fine settimane, smessa la maglia azzurra, le 14 ragazze inizieranno il
campionato italiano.
CRONACA - Primo set perfetto, l'Italia va subito al
break grazie a un muro di Danesi su Rasic. Voliamo sul +4 al primo
time-out tecnico con un contrattacco di Sylla e un primo tempo di
Danesi. Ace di Sylla e muro di Bosetti su Boskovic (12-9), poi ancora
Bosetti ed Egonu (15-12). Poi Sylla piazza l'uno-due finale. Tutto però
torna in discussione nella seconda partita: una quantità impressionante
di errori in ricezione della azzurre su battute flot manda la Serbia
avanti. Una fast di Rasic, una murata su Sylla, e una doppietta di
Boskovic per il 18-11. Ultimo punto siglato da Mihajlovic.
Il terzo set illude: Egonu diventa protagonista, sul 12-12 mani-fuori
della ragazza di Cittadella, ace di Bosetti, muro di Egonu su Boskovic
per il 15-12. Si torna in parità ma Malinov di seconda e il muro di
Egonu, una chiusura di prima di Danesi, un muro di Sylla su Mihahjlovic
e poi chiusura di Egonu. Si rimescola tutto ancora nel quarto, Serbia
sempre avanti, 8-2 e poi 16-11 sfruttando un paio di imprecisioni di
Egonu e un errore di Danesi. Bosetti, la migliore delle azzurre in
finale, ha un'occasione in contrattacco ma viene murata da Ognjenovic
(23-19), è Egonu a sbagliare il punto decisivo. Nel tie break, decide il
muro di Mihajlovic su Egono per il 10-8. Infine il gancio-cielo
irregolare di Sylla.
Finisce così il Mondiale, non la favola delle azzurre d'argento. Bronzo
alla Cina, 3-0 senza storia sull'Olanda. Alla fine Miriam Sylla eletta
miglior schiacciatrice, De Gennaro miglior libero, Malinov miglior
regista, Egonu miglior opposto. Boskovic, però, è l'Mvp, ed è giusto
così.